Economia ed Europa

Economia ed Europa
II debito pubblico italiano pari a circa 2.300 miliardi di Euro corrisponde a circa una volta e mezzo il PIL; solo un terzo del debito é detenuto daII‘estero. II debito pubblico statunitense é pari a circa il PIL, ma é detenuto in gran parte da investitori esteri. II debito giapponese supera il doppio del PIL ma é detenuto in gran parte da investitori interni. Pare che solo il debito italiano sia a rischio, quando dovrebbe essere il piu’ sostenibile. Se il rischio é l’esposizione debitoria alI’estero, gli USA dovrebbero essere il paese messo peggio ,tenendo anche conto del notevole debito privato. Se il rischio dovesse essere correlato al
debito pubblico assoluto, il Giappone non avrebbe una valuta forte e di riserva. Quali considerazioni possono essere dedotte da quanto detto sopra: un paese é a rischio se é fortemente indebitato e non dispone della sovranita’ monetaria. Negli USA il forte debito crea svalutazione ed inflazione; in ltalia stabilita monetaria e deflazione. II nostro debito pubblico é anaelastico e contenuto in una gabbia burocratica europea, deflazionistica, artificialmente insopportabile. La quota estera del nostro debito pubblico ammonta a circa un terzo del tutto, pari a circa settecento miliardi azzerabile, non difficilmente. Conclusione, l’ltalia é a rischio perché é nelI’euro; se uscisse dall’euro certamente ci sarebbero difficolta’, ma non tante quanto acriticamente paventato. All‘uscita seguirebbero turbolenze, probabilmente una svalutazione della nuova moneta italiana, qualche grana di carattere giuridico; per contro una maggiore competitivita’ delle nostre merci, una frustata per il nostro commercio estero. Si obietta che la Germania si arrabbierebbe; certo occorrrerebbe trattare con i nostri partner come per la Brexit, ma credo che questi sarebbero meno arroganti di quanto Io siano ora. I veri pericoli sono altri e finora poco citati. Gli attuali nostri politici, ora tanto intimiditi, non credo avrebbero la credibilita’ e la necessaria determinazione di condurre trattative complesse sicuramente superiori alle loro capacita’. Soprattutto il pericolo maggiore sarebbe il ritorno ad una finanza allegra alia mercé di inetti in cerca di consenso.
Serve poco evocare acriticamente disastri, demonizzare chi non é d’accordo; molto meglio sarebbe studiare preventivamente il problema facendo simulazioni. L’uscita dalI’Euro potrebbe essere vantaggiosa teoricamente, in verita’ pericolosa per i motivi citati. Un’ottima alternativa sarebbe promuovere una rivisitazione delle regole europee; probabilmente i nostri partner europei se ne rendono conto ed una trattativa sarebbe ben accolta, anche perché I’uscita dalI‘euro della seconda potenza manifatturiera d’Europa creerebbe grossi problemi anche alle potenze del nord. Certo occorre una maggiore solidarieta’; senza solidarieta’ non si fara’ mai I’Europa. Occorre un rinnovato spirito liberale senza il quale non si compete con le altre aree economiche continentali.
Matteo Gazzini
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